TESTIMONIANZE

 

In questa pagina inseriamo alcune testimonianze di chi è entrato in contatto con il progetto Alice.

CONCORSO INCONTRO ALICE PROJECT

A Vaiano (Prato), a cura della rivista “Terra Nova”, sul tema: “Tutta un’altra scuola”. Nel workshop erano presenti diversi esperti in rappresentanza di Alice : Gloria Germani (filosofa e scrittrice), Alice Lugnan, Agata Montevecchi (formatori Alice Project), Mauro Scardovelli (giurista, psicoterapeuta, musicoterapeuta, fondatore di Aleph – Humanistic Biodynamics); Silvia Diolaiuti, psicologa e responsabile della formazione per la formazione degli operatori Alice; Patrizia di Edoardo, insegnante elementare, specializzata nell’insegnamento della matematica. Al seminario hanno partecipato 32 persone provenienti da diverse parti d’Italia. Al termine dell’incontro, la proposta di Agata Montevecchi : una meditazione interreligiosa sulla pace. I partecipanti si sono tenuti per mano, inviando energia positiva all’intero Universo. Ecco la meditazione praticata dai bambini della scuola di Alice.

Visualizza l’immagine del tuo Dio che rappresenta amore, compassione, pace, gioia e saggezza. Potrebbe essere Gesù, Buddha, Shiva, Mahavir, Guru Nanak o l’immagine della Santa Mecca.

Se non credi in nessun Dio particolare, puoi immaginare un grande diamante splendente. Imprimi l’immagine del tuo Dio nella tua mente e recita questa preghiera : “Possa io e ogni essere vivente nell’Universo essere felice e libero dalla sofferenza. Possa io rendere felici me stesso e gli altri”.

Ora immagina che Dio, la Mecca e il grande diamante si dissolvano in una splendente Chiara Luce di pace. La luce della pace, dell’amore, della gioia e della saggezza. La luce trasforma la tua mente e il tuo corpo rendendoli anche pura luce splendente. Unisci le tue mani a quelle dei compagni a te vicini. La luce risplende da te attraverso le tue mani e diventa una cosa sola con la luce del tuo prossimo. Diventa un fiume di luce profondo e magico che porta pace e gioia, inondando e trasformando la tua scuola, la tua città, il tuo paese, la Terra e l’intero Universo in luce divina. Tutto diventa la luce dell’amore e della gioia così come sei. Sei tutt’uno con la felicità e l’amore dell’Universo. Ora la meravigliosa luce dell’amore e della pace ritorna nel tuo cuore e lì rimane per sempre. Ti senti bene e felice con i tuoi compagni. Quando lo senti, apri gli occhi. Sei qui, nella tua scuola, con i tuoi compagni, saggio, felice e calmo.

COMMENTO DI UN RELATORE AL MEETING DI VAIANO

Un atmosfera meravigliosa “Sono rimasto molto soddisfatto del fine settimana. Siamo stati davvero esaustivi con personaggi e conoscenze completamente diverse che hanno fatto sì che ci fosse una risposta ad ogni tipo di richiesta e un quadro assolutamente totale e unitario del Alice Project  con empatia, gentilezza e disponibilità a dialoghi costruttivi”. 

FEED BACK FROM A SPEAKER AT THE MEETING IN VAIANO 

“….A dire il vero, penso che sia andata bene perché alla fine siamo riusciti a trasmettere lo spirito profondo di Alice, il significato del tuo lavoro e di un lungo viaggio. Credo di aver capito anche alcune cose importanti, da questo punto di vista. Non puoi avere obiettivi personali o esigenze soggettive nel fare questo tipo di attività. Non basterebbe credere nella bontà del progetto, se si hanno altre cose da ricontattarsi, siano esse immagine di sé, resoconti o relazioni personali. Dobbiamo essere quanto più puri possibile, non certo assolutamente, ma coerenza profonda, sì ! Sono io che devo ringraziarvi per questa lezione, al di là di ogni altro suggerimento del Alice Project . So che l’ho sempre cercato, so che ogni tanto lo tocco, ma so che l’ho visto esistere per te e credo che tu lo trasmetta sempre. Quanto a me, sai che puoi contare su di me e farò del mio meglio per promuovere e sostenere ciò in cui credo…” (…)

MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA LETTERA DI CONVEGNO VAIANO

“Vorrei un Alice Project per la mia anima” Caro Valentino, mi chiamo (…) e sono stato uno dei partecipanti al seminario sul Alice Project tenutosi a Vaiano sabato scorso. Innanzitutto vi scrivo per ringraziarvi per il lavoro che avete svolto e che continuate a fare e per il percorso che state segnando con mano leggera e decisa, indicando un punto dove l’orizzonte sogna la luce. In passato ho conosciuto il Alice Project  attraverso le parole appassionate di Mauro Scardovelli, che seguo da tempo. 

A Vaiano, grazie ai suoi collaboratori , ho potuto approfondire Alice e immergermi, letteralmente, nel flusso della sua esperienza. Così, guardando l’anima di Alice, ho trovato un sentiero nascosto che mi ha condotto via ; e lontano da me, ho ritrovato me stesso. Sì, perché in quell’aula di Vaiano mi sono riflessa negli occhi dei suoi collaboratori e in quelli intensi e chiari dei bambini e dei giovani indiani che nei video mostrati hanno animato il Alice Project. Sono mamma di una bambina di quattro anni, (…), lavoro come educatrice in una scuola libertaria (…) e, dopo Vaiano, il suo Progetto mi ha profondamente accarezzato il cuore. È come se il Alice Project avesse messo radici nel mio terreno più intimo, fiorindo dolcemente e innestandosi lungo le tracce di un sentiero che mi è sempre appartenuto. Vorrei un Alice Project  per mia figlia.

Vorrei un Alice Project per i bambini che accompagno ogni giorno, mano nella mano, lungo il loro percorso. Vorrei un progetto Alice per la mia anima. Vorrei un Alice Project per questa Italia sofferente. Perciò vi scrivo anche per sapere come posso portare avanti questo mio sentimento, come posso offrire questa opportunità a chi mi circonda e anche a me stesso. Vaiano ha parlato del fatto che, anche di recente, lei ha organizzato la formazione in Italia. Personalmente sarei interessato a qualsiasi tipo di formazione : quindi, come posso seguirla su questa strada ? (…)

IL MODELLO ALICE

Caro Valentino, ieri ho partecipato al seminario e ho conosciuto i tuoi meravigliosi collaboratori e la filosofia del Alice Project. È stata una bellissima esperienza che mi ha fatto capire che sono sulla strada giusta per la mia personale ricerca della verità… essere centrati, essere consapevoli, avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità per non irrompere il vento proprio come il bambù di cui parlava la deliziosa professoressa di matematica. Conoscere il potere della propria mente e delle parole, la meditazione e la sua fondamentale importanza. Nel mio piccolo avevo iniziato l’esercizio della candela già una settimana fa, ricordandomi un libro che avevo letto di Tiziano Terzani che in un certo senso mi ha portato fino ad ora a vedere il video con i vostri bambini che fissano proprio la candela. Vivi l’essere presente e assapora il “tutto” e la gioia della vita. È come se ci fosse un filo meraviglioso che unisce tutto ciò che ho vissuto e non posso che meravigliarmi di questo ed essere felice per gli incredibili disegni della vita. Vorrei iniziare subito con me come mamma per aiutare mio figlio a prendere coscienza delle sue emozioni, mi è piaciuto molto l’esercizio delle palline colorate per indicare l’umore e gli esercizi di visualizzazione. Ho parlato con Ilaria di un possibile corso per genitori sulla “modello” Alice (ieri in aula non piaceva il termine metodo 🙂) vorrei coinvolgere e informare le mamme a me vicine perchè sento che una rivoluzione sia davvero necessaria ma questa rivoluzione deve prima cominciare da noi. Il suo lavoro, la sua ricerca e dedizione sono illuminanti. In Italia serve tutta la sua esperienza per migliorare la nostra società e risvegliare le coscienze. Stamattina sarò al convegno sui bambini digitali, ne ho parlato con Gloria che mi dice che la tecnologia non ti è amata, ma credo che sia necessario trovare un punto di incontro perché purtroppo non è possibile fare un grande falò di tutta questa elettronica, anche se non nascondo che sarei il primo ad appiccare il fuoco, ma dovremmo lottare affinché la tecnologia sia un’amica, una preziosa alleata e non un nemico. Ma questa è la mia visione personale. Anche se non la conosco, vorrei ringraziarla personalmente anche solo per aver visto il volto sorridente di quel bambino nel video, ma mi scuso, non ricordo il nome che ha avuto problemi di iperattività e ha avuto compulsività comportamenti che dopo soli tre mesi si è completamente trasformato… 

Davvero incredibile. Quindi grazie ancora e i migliori auguri per il suo prezioso lavoro. 

Auguri (…)

DAL NOSTRO EX STUDENTE CHAKMA

(Lo abbiamo leggermente modificato)

Namaste tutti voi !

Voglio scrivere e condividere con tutto qualcosa di me stesso e delle esperienze e delle conoscenze che ho ottenuto dalla scuola del Alice Project. Ho studiato lì anni alla scuola del Alice Project dal 2013 al 2016. Ho studiato al Alice Project senza problemi per tre anni. Penso di aver acquisito alcune conoscenze dalla scuola del Alice Project. Ai ragazzi vengono insegnati diversi tipi di insegnamento per aumentare il potere della loro mente e del cervello. Questo tipo di insegnamenti non ho ricevuto dall’infanzia se non alla scuola di Alice. Penso che non li prenderò anche in futuro. Quando eravamo nuovi ragazzi (studenti) del Alice Project non siamo stati in grado di capire l’insegnamento durante la spiegazione, perché non conoscevamo l’hindi e l’inglese, tranne la lingua del chakma. Passano i mesi, cerco di studiare a fondo con la giusta motivazione e intenzione, poi riesco a capire l’insegnamento di Bau (il fondatore del Alice Project). Prima, ho studiato nella scuola governativa, che si trova vicino al villaggio di Deban (dove c’è una nuova scuola del progetto Alice), nell’Arunachal Pradesh. In quella scuola ero davvero bravo negli studi, ma non avevo insegnamento di intelligenza emotiva, pensiero – intelligenza e non sapevo di mente, religione, karma… Ho saputo molte cose in tre anni al Alice Project. Ora mi rendo conto che la mia mente ha una certa capacità di capire facilmente qualsiasi cosa, di spiegare e di rispondere a domande che sono difficili per qualcuno ma facili per me. Ho studiato diversi tipi di materie al progetto Alice che non vengono insegnate in altre scuole. (MENTE) Cos’è la mente e cosa c’è ? Possiamo trovare qualcosa dentro la mente se la tagliamo in due parti? Da dove vengono i pensieri e le emozioni ? La mente dorme quando dormiamo? Qual è la differenza tra mente sveglia e mente addormentata ? Pensieri ed emozioni sorgono nella mente in qualsiasi momento, ma non abbiamo coscienza per conoscerli e riconoscerli così come sono. La nostra mente è totalmente riempita dal pensiero dell’ego (I). La mente di ogni persona è completamente riempita dall’ego (I) A causa dell’ego non possiamo sviluppare adeguatamente la nostra personalità e soffriamo per i nostri problemi. Se pensiamo per gli altri, allora avremo meno pensieri per noi stessi e avremo meno sofferenza causata dal nostro ego-mente. Possiamo ridurre la nostra sofferenza dando più spazio ai pensieri per gli altri che per noi stessi. Più diamo spazio ai pensieri degli altri, più sviluppiamo amore, compassione, gentilezza e serenità invece del nostro egoismo. Durante il sonno i nostri sensi vista, olfatto, suono, gusto e tatto non funzionano. Quindi abbiamo solo una realtà mentale. Ad esempio, a volte sogniamo un serpente che viene e ci morde. Perché non moriamo ? Non moriamo perché la realtà che ha creato i nostri cinque sensi non è lì. C’è solo l’immagine del serpente. Valentino dice che l’immagine o l’immagine del serpente non può uccidere nessuno, ma se possiamo davvero vedere, toccare, annusare, ascoltare un serpente… allora dobbiamo scappare, perché può ucciderci. Nel momento del sogno pensiamo che ciò che vediamo sia reale, come quando siamo svegli. Per questo soffriamo durante il sogno, perché non abbiamo la consapevolezza che non esiste un vero serpente. Valentino dice che – come nel sogno – anche da svegli non abbiamo consapevolezza della realtà, per questo soffriamo. Per avere consapevolezza abbiamo bisogno di praticare la meditazione. Bau (Valentino Giacomin) ci ha mostrato la via esatta del sansara : dove dobbiamo andare; dipende da noi scegliere la via esatta per la nostra buona o cattiva fortuna. Quindi, sono grato al fondatore del nostro Alice Project. Gli esprimo la mia gratitudine ; che non mi dimentichi mai per sempre e lo ricorderò sempre. Prego Dio che possa avere una lunga vita. Non posso dimenticare il Alice Project anche inconsciamente. Lo ricorderò anche in paradiso ! 

GRAZIE PROGETTO ALICE! 

Grazie per aver letto ! Vinod 16 anni – ex classe studentesca X – Alice Project, Bodhgaya

RACCONTANO GLI INSEGNANTI

Come mettere in pratica Alice… Nella prima metà della mattinata ero in quinta elementare, dove ho dovuto amministrare alcuni test di ingresso di storia. All’inizio abbiamo ripassato un po’ gli argomenti, poi ho dato il primo foglio ; siccome li vedevo molto nervosi in vista del prossimo foglio, li invitavo a respirare chiudendo gli occhi, ma alcuni alunni hanno iniziato a scherzare con “ohm” e a ridere… io sono rimasto calmo, spiegando che questo esercizio era per loro, non per me, e che non avevo fretta di amministrare la carta successiva… quando c’era un ragionevole silenzio ho dato la carta, e lo stesso con la terza e ultima carta… poiché mancava ancora un’ora prima dell’intervallo, Li ho invitati a parlare di se stessi, di come si sentivano, ma per circa mezz’ora almeno 6-7 bambini hanno continuato a scherzare cercando di far ridere gli altri, hanno giocato con le carte o le trottole fai-da-te, e non l’hanno fatto t ascoltami… a un certo punto, forse, ho detto una parola “magica” ; Ho chiesto “perché tutta questa paura di parlare di te stesso ?” E una bambina ha alzato la mano chiedendomi di raccontarmi un episodio che le era successo… c’era silenzio e lei ha raccontato un episodio in cui aveva paura… subito dopo, decine di mani alzate, per dirlo anche a me i momenti in cui più avevano avuto paura nella loro vita : incidenti stradali, ladri in casa propria, morsi di un cane… Ho cercato di farli riflettere sul pensiero dietro la loro paura e alla fine li ho ringraziati. ..’ si sfogarono con uno dei loro insegnanti, dicendo “Che classe pesante, molti non riescono ad ascoltarsi, né ad aprirsi, è molto triste !” E lei “Sì, sono stati così dal Primo, con loro funzionano solo minacce e punizioni!”. Tuttavia, sono contento di quel poco che sono riuscito a ottenere, anche se ci è voluta mezz’ora di caos prima che si rendessero conto che ero lì per loro. Inoltre, se in cinque anni sono stati abituati solo a minacce e punizioni, e non hanno mai tirato fuori le loro ansie, i loro dubbi, le loro insicurezze, è normale che adesso stiano lottando, e che alcuni non siano ancora disposti a fidarsi.

Nella seconda metà della mattinata ero in Prima… stanco morto, a dire il vero… una ragazza non italiana che continuava ad alzarsi… sospiro… ho lasciato il compito chiesto dalla maestra, quasi rinunciando a proporre qualsiasi cosa “io”…poi un dialogo tra bambini mi ha convinto ad intervenire: hanno discusso come molti fanno di alcuni sport, scaldandosi e sostenendo che il loro era ‘migliore’ e quello dei loro compagni era ‘da bambini’ …a quel punto, ho ripensato al famoso succo del video di Alice e ho proposto ai bambini di riflettere con me su questo: se una pera mi piace e al tuo partner non piace, dico che la pera è buona, lei che è brutta… ma dov’è il buono? Nella pera? Piano piano hanno capito che il buono o il cattivo non poteva stare nella pera, qualcuno ha detto che era “fuori dalla pera”… finalmente una bambina ha capito che il buono/cattivo è nella nostra testa… ho concluso dicendo che quando diamo etichette o giudizi in realtà stiamo parlando solo di parole, dei nostri pensieri, dell’aria… mentre erano in fila, lo stesso bambino si lamentava del comportamento di un altro, dicendo “Sii sciocco e prendi a calci la mia cartella”… L’ho guardato negli occhi e gli ho detto : “Ti ricordi ? Stupido è solo una parola nella tua testa, Giorgio (il compagno) ha preso a calci la tua cartella e ti ha dato fastidio, ma non c’è bisogno di dargli un’etichetta per questo”… Certo, con i figli di Prima il lavoro sarebbe tanto, ogni giorno dovremmo soffermarci su questi e altri argomenti… 

Ma so che non ce la farà : gli insegnanti non hanno la preparazione per farlo, e forse nemmeno la fiducia che potrebbe essere la strada giusta… mi rattrista solo quando entro nelle loro aule e trovo cartelli con le regole” 

1. Dobbiamo ascoltare noi stessi ; 

2. Devi aiutare te stesso o qualcosa del genere… Queste non sono cose che si possono imporre ! E sono stupito che gli insegnanti credano ancora che questo possa risolvere il problema ! Chi ha avuto un figlio dovrebbe saperlo : i bambini spesso fanno il contrario di quello che chiedi… 

Per prima cosa devi conquistare la loro fiducia, mostrare il tuo affetto, il tuo sincero interesse per loro  (…)

ALICE NELLA VITA PRATICA
Testimonianza 

“Se non fosse stato per Alice, vissuta in prima persona, non avrei mai potuto mantenere la calma e non sentirmi a disagio… Ricordo altri momenti della mia esperienza scolastica in cui mi è venuto in mente un pensiero“ Sto facendo qualcosa sbagliato ! Non so cosa fare e ora lo sentono… Vorrei essere da qualche altra parte ! E ovviamente si è conclusa con urla, minacce o appunti sul diario… Questa volta no. Solo “Dai, di sicuro si comportano così per un motivo che dipende dalla loro esperienza… non sono arrabbiati con me e non intendo farmi del male… posso mostrare la mia calma e la mia fiducia per offrire loro un’alternativa a questa sofferenza… più sarò calmo, più sarò credibile…” 

Alice ora fa parte di me. Ogni volta che mio figlio si arrabbia e dice, ad esempio, “stupida palla !” se la palla non fa quello che vorrebbe gli dico sempre che il pazzo è nella sua testa e che è lui che ha avuto un’esperienza negativa e che dà le sue definizioni… la palla è solo una palla, è né stupida né intelligente, né buona né cattiva… magari pian piano capirà, con il tempo e la ripetizione, oltre ovviamente con la cosa più importante, cioè l’esempio (cerco di non dare definizioni ed etichette quando sono arrabbiato me stesso !) … 

Mi sarei tradito per non raccontare alle lezioni qualcosa che mi ha migliorato la vita! (…) Non c’è altra soluzione: posso solo migliorare la MIA vita e aiutare gli altri a scegliere LA LORO !! “

CARA VALENTINO

Una riflessione su una domanda che ti ho fatto tempo fa. Te l’ho detto che, quando qualcuno mi fa soffrire (es. persone con cui discuto, T.,ecc), non posso fare la meditazione tong-len… ora capisco che stava succedendo perché continuavo a pensare che il causa della mia sofferenza risiedeva fuori di me (nelle persone, in T., ecc.) … ieri sono riuscita a tirarmi su, invece, rivolgendo la mia attenzione a me stessa, attribuendo a ME la responsabilità della mia sofferenza (cioè il mio attaccamento al pensiero che qualcun altro mi stesse facendo soffrire) !! Era qualcosa a cui non avevo mai pensato e non ci sarei mai arrivato – nonostante le varie letture sul progetto Alice – senza una pratica (abbastanza) costante di rilassamento e meditazione… a volte può essere difficile “uscire” dai propri mille pensieri e cerca di staccarti da essi…”

E.

DAL DIARIO DI UN MAESTRO “ALICINA”

Eccomi qui… 

Alternativa alla religione: infatti, l’insegnante di italiano o di matematica dà un lavoro aggiuntivo per sopperire a carenze grammaticali o logiche… l’insegnante alternativo è un assistente ai compiti… 

Almeno così va con il Terzo, in cui due bambini hanno difficoltà di ortografia e uno non sa proprio l’italiano… Con la quinta il discorso è diverso ; le maestre non preparano quasi nulla per gli alunni, che quindi non sanno cosa fare per quasi due ore… e poi c’è il mio bel “rompiscatole” che non vuole fare niente, ma solo disturbare facendo gli altri ridono… 

Inizio: A. (il rompiscatole) si lamenta perché non ci sono voti nella materia alternativa, vuole fare cose per prendere un bel voto… gli chiedo “sei tu il voto che prendi?”, Una ragazzina inizialmente risponde Sì (e anche lei mi disegna un 8 sul petto quando le chiedo, se è un 8, dov’è quell’8) … le chiedo ancora che voto misura, lei “quanto sei intelligente” .. . I: “e se quel giorno della verifica non stai bene e ti manca tutto il compito, ma in realtà sai delle cose ?”… allora capisce che il voto non può misurare l’intelligenza… quindi cosa misura? “Quanto è buono tu sei!” Risponde… ma noi ci siamo sempre… come fai a sapere fare le cose… quali cose ?… gli esercizi… quell’esercizio, solo quello ! E in quel momento !! 

I bambini non riescono a stare molto attenti, perché A. disturba… Faccio finta di niente, solo che non rido e provo a riprendere l’argomento… Io… (la bambina, sono 4 in tutto), mi fa domande sulla religione, mi chiede perché alcune persone cambiano religione, si scopre che A. è una mulatta e sua madre era cattolica… chiede “maestro, cosa insegni ?” Sorrido e non rispondo. Ogni discorso ci porta ad Alice, i bambini iniziano a concentrarsi sulle risposte e vengono fuori affermazioni come il fatto che le etichette sono nella nostra mente… A. cerca ancora di disturbare e stuzzica un compagno, faccio notare che è dando un ‘ericle che è dentro di lui, non sul compagno, come anche SE dicessi “A. è una rottura di palle “sarebbe solo la mia etichetta !” Lui tace e dopo un po’ qualcuno dice che è arrabbiato. Mi chiedono da dove viene la rabbia. Attraverso alcune domande arrivano a capire che nasce da un pensiero. Ho letto loro la storia del lago agitato (in fondo a Wise Rabbit) e ne parliamo : il fango sono i pensieri negativi dell’acqua… Ho letto anche la storia delle emozioni e quella dei taglialegna delle Isole Salomone. Poi mi vengono in mente i fumetti all’inizio del libro, e tutti si precipitano a vederli, compreso A. Suona la campanella, gli altri in classe hanno appena finito di vedere un film. A. si arrabbia “Beh, ora si vanteranno di aver visto il film e noi no”, lo prendo da parte e gli dico: “Cosa provi, invidia ? Gelosia ? Va bene, fantastico. Non c’è sentendo che è sbagliato. Stanno tutti bene. L’importante è riconoscerli… e non cercare di mandarli via, ma accettarli così come sono, altrimenti ci dominano! Anche la rabbia… sai come faccio fare quando sono arrabbiato ? Immagino che il signor Anger venga in casa mia per incasinare tutto, lo guardo e mi rendo conto di quanto sia brutto e ridicolo, quindi non sono più arrabbiato, ma rido !”…

Ha ascoltato tutto, e alla fine si è lasciato prendere per un braccio per l’uscita… sembrava placato, e sicuramente incuriosito da tutte quelle cose che gli ho raccontato per un’ora senza mai sgridarlo o costringerlo a fare qualcosa. Sono felice, perché sto ritrovando l’entusiasmo di quando ho iniziato a fare questo lavoro. E credo che se il “destino” mi ha messo sulla strada di questi bambini, quasi ragazzi, sarà per uno scopo ! Sta a me scoprirlo e sorridere pensando alla risposta alla domanda di I.. Insegno il Alice Project, una bambina che, come te, non riusciva a mettere in ordine i suoi pensieri e le sue emozioni, una bambina che ha imparato a vivere meglio guardandosi dentro !!

E.

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